Domenica speciale per il nostro Matteo Giudice che ieri, 23 ottobre 2016, ha diretto la sua prima gara di Promozione
Vicovaro – Vigor Perconti, terminata 2 a 0, era tutt’altro che una partita semplice. La neopromossa Vicovaro voleva continuare la sua striscia positiva di risultati e la Vigor Perconti voleva tornare al successo per uscire da una zona della classifica che non le appartiene.
Ma ripercorriamo la settimana di Matteo, dal giorno dell’arrivo della designazione fino al triplice fischio.
Martedì sera avevo parecchia tensione e non facevo altro che controllare la mail in attesa della gara, fino a che non è comparsa con la scritta PRO (promozione) e sono stato subito felicissimo.
Durante la settimana in qualsiasi momento della mia giornata pensavo a domenica, non vedevo l’ora di scendere in campo e ho vissuto tutti i giorni precedenti alla gara con una strana sensazione di tranquillità mista ad entusiasmo.
Ma ero sicuro di me stesso, sapevo che avrei fatto una bella prestazione essendomi allenato bene ed essendo concentrato su quello che dovevo fare. Scesi in campo per il riscaldamento osservavo tutto, ogni particolare e mi godevo il momento pronto per mettermi in gioco di lí a poco.
Tutta la carica che avevo l’ho sfogata nei fischi dopo l’ingresso in campo. Così con le squadre schierate prima di fischiare il calcio d’inizio ho fatto un bel respiro a pieni polmoni cosí da godermi gli ultimi attimi di “tranquillità”.
È stata una partita combattuta fino alla fine perché il gol del 2-0 è avvenuto al 46′ del secondo tempo. Giocata molto bene tecnicamente dalla squadra ospitata che però alla lunga ha pagato la fisicità del Vicovaro. La partita è stata molto tranquilla e calma fino al gol dell’1-0 al 17′. Da lí in poi si è alzato il tono agonistico della gara e di conseguenza Matteo ha dovuto adottare un metro di giudizio idoneo per portarla a termine senza problemi.
Inutile dire che i 90 minuti sono volati. Al fischio finale ero felice perché sapevo che avevo fatto del mio meglio e avevo dato tutto in campo.
Poi il rientro negli spogliatoi e l’attesa di qualcuno che bussasse alla porta scambiandoci qualche opinioni con gli assistenti. Finalmente arriva l’osservatore e già dal suo volto avevo capito molte cose, avevo capito che la gara era andata bene ed era rimasto soddisfatto.
Finito il colloquio era ora di tornare a casa ed avevo la consapevolezza sia di aver fatto bene sia che ho ancora moltissimo da migliorare sperando che sia solo un punto di partenza.