
Utilizzando materiale audiovisivo riguardante gare di serie A, Dobosz ha richiamato l’attenzione dei presenti sulla facilità e sulle modalità con le quali viene distorta la realtà dei fatti: la segnalazione di fuorigioco da parte dell’assistente, durante la competizione calcistica, viene giudicata, corretta o errata, da telecronisti che ripropongono l’azione sfruttando linee immaginarie che alcune volte non rispecchiano i canoni classici per la concretizzazione del fuorigioco: in questo modo, l’attaccante sanzionato giustamente per la sua posizione irregolare diventa ,agli occhi di un pubblico meno esperto, un giocatore al quale è stata negata dalla terna arbitrale la possibilità di segnare una rete. È molto importante, soprattutto per i giovani arbitri, riuscire a maturare una capacità di critica perché non è possibile credere in maniera assoluta a tutto ciò che ci viene dato per buono: il consiglio dell’ospite è quello di vedere le partite senza l’audio in modo da imparare a giudicare in maniera autonoma situazioni di gioco così come le osserviamo. A fine riunione l’ospite ha dimostrato tutta la sua disponibilità rispondendo a domande poste da molti dei presenti circa il suo percorso come assistente arbitrale: ogni gara calcistica racchiude in sé un’emozione unica ed indescrivibile e dagli errori si può solo imparare a migliorare. Un vero arbitro non potrà mai avere la presunzione di definirsi completo: come in tutte le cose che la vita ci pone dinanzi, anche in questo ambito, solo con umiltà, sacrificio e dedizione sarà possibile ottenere e raggiungere obiettivi importanti per crescere come arbitri ma soprattutto come uomini.